"POLITICALLY CORRECT"
di Daniele Campanari
Si può recensire una lista di 50 parole da vietare ai
bambini nell’uso del linguaggio quotidiano?
Qualsiasi persona dotata di un cervello ben pensante
risponderebbe con un secco quanto perentorio: “NO!”A New York il Dipartimento per l’Istruzione ha pensato bene di bandire dalle menti dei bambini delle scuole elementari ben 50 vocaboli. Il tutto in nome di quella “politically correct”, espressione nata negli USA a cavallo degli anni Settanta al tempo delle lotte per i diritti civili.
I pargoli delle scuole newyorkesi non potranno utilizzare la parola “compleanno” per non offendere la sensibilità dei testimoni di Geova che non festeggiano annualmente il giorno della loro nascita. E poi ancora la parola “dancing” perché evocherebbe immagini troppo sexy. Meglio usare la parola “balletto”.
“divorzio”, “dinosauri”, “sigarette”, “halloween”, “videogioco”,
“povertà”, “schiavitù”; secondo quelli del Dipartimento, questi termini danneggerebbero
i futuri adulti provocando loro “maleducazione” e “distrazione”.
Togliere ai ragazzi argomenti di cui discutere è a dir poco
controproducente cosi come è ovvio che eliminare queste parole del linguaggio
comune rende impossibile il passaggio dallo status quo ad un pensiero
maggiormente sviluppato e obiettivo.Non sembrano essere, questi, i tempi del dietrofront dato che le direttive sono già state emanate ed entro pochi giorni questa ridicola posizione verrà resa ufficiale.
A questo punto non ci resta che parlare di una pessima “schiavitù”
di palazzo.
Ho usato la parola “schiavitù” … è consentito?
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