IL POETA DEL CALCIO
di Daniele Campanari
"Oh capitano, Oh mio capitano!"
Un poeta è cosi che darebbe sfogo alla sua poesia dedicata a qualcuno (un
capitano) entrato di diritto nella leggenda del calcio passato, presente, e
futuro.
I tifosi della Juventus, che di certo poeti non sono, cantano: "
Un
capitano, c'è solo un capitano ..."
Non sarà poesia questa, ma poco ci manca.
Alessandro Del Piero, simbolo della Juventus anni '90; simbolo di una
continuità calcistica che vede protagonisti pochi come lui ( vedi F. Totti
-attualità-); simbolo di una Signora reduce dai colpi bassi di Calciopoli. Un
campione intramontabile che a 37 anni suonati gioca ancora come un ragazzino di
periferia nella stradina davanti casa e che ancora riesce a regalare colpi da
biliardo degni dei più illustri signori della categoria. Simboli, valori,
umanità: basti pensare alla professionalità dimostrata dal 37enne di Conegliano
Veneto in una stagione che lo vede protagonista più per il suo silenzio che per
le volte in cui è sceso in campo. Per quella magia che si sprigiona dai suoi
piedi è certo, logico, che molti amanti del calcio farebbero una petizione da
consegnare nelle mani di Antonio Conte per vedere più spesso il numero 10 sul
rettangolo di gioco. Ieri, durante la kermesse tra Juventus e Inter, derby d’Italia
per Gianni Brera, derby della discordia per i militanti del palazzo, Del Piero
si è reso protagonista di uno di quei colpi che ti aspetti. Quando al minuto
sette del secondo tempo ha fatto il suo ingresso, tra l’ovazione dello Juventus
Stadium sempre più in veste di “fortino di sicurezza”, il capitano senza
fascia, qualcosa è cambiato. Sarà il caso, sarà un destino beffardo per la
compagnia dell’”ex triplete”, ma la Juventus passa in vantaggio prima con
Caceres, autentico purosangue, e poi raddoppia con Del Piero ottimamente
assistito da Vidal.
Linguaccia …2-0 e tutti a casa!
Gli amanti del calcio datato paragonano l’attuale portabandiera bianconero
all’ormai noto Josè Altafini, altro campione (in)discusso capace di dare il là
a partite che sembravano sull’orlo del precipizio musicale.
Se c’è un destino che si fa beffe di tutti noi, questo ha deciso di
presentarsi ieri sera in una primaverile serata del marzo torinese.
Alla presenza numero 16, al subentro numero 13, Del Piero ha segnato il suo
primo goal nel nuovissimo stadio della Juventus. Se la matematica non è un’opinione
16+13 fa 29, come gli scudetti affissi sulla bacheca del cuore e della memoria
bianconera.
Esagerando, a quel 29 potremmo aggiungere il primo goal stagionale: 29+1 fa
30, come gli scudetti in caso di vittoria del titolo quest’anno … Scongiuri a
parte.
Allora, per volere divino, si fa riferimento a quella coreografia presentata
dalla curva juventina, in occasione del calcio d’inizio, in cui è palese il
riferimento proprio a quei 29 scudetti.
Stai a vedere che i tifosi sapevano tutto!